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lunedì 9 dicembre 2013

Tartufini di fior di neve con cardamomo e sale "dolce" di Cervia


Toc toc ci siete?riprendo possesso del mio bloghino dopo una lunghissima assenza,causa lavoro,famiglia......iniziamo la carrellata di ricette natalizie,il blog comincia a colorarsi di rosso e nelle cucine si sentono profumi di biscotti appena sfornati,panettoni e pandori soffici.
Io invece comincio con delle deliziose tentazioni,i tartufini,diciamo più che altro una mia rivisitazione.
Il cardamomo è una spezia. Il nome indica propriamente la Elettaria, una specie di pianta tropicale della famiglia delle Zingiberaceae (la stessa famiglia dello zenzero), ma spesso si indicano con lo stesso nome anche altre piante, tra cui la più simile al vero cardamomo è la Amonum.
Era conosciuto fin dai tempi dei greci e dei romani, che lo utilizzavano per produrre profumi, ed è attualmente nota come la terza spezia più cara al mondo dopo zafferano e vaniglia.
Il frutto si presenta come una capsula contenente tanti piccoli semi di colore marrone-nero. I semi sono utilizzati come spezie, ma poiché perdono molto rapidamente il proprio aroma, comunemente viene conservata e commercializzata l'intera capsula, generalmente essiccata. Al momento dell'uso, la capsula viene rotta e i semi utilizzati sciolti o macinati.
Il sale prodotto e confezionato nelle saline di Cervia è un sale integrale, cioè un sale che ha subito unicamente lavorazioni fisico-meccaniche: cernita, lavaggio con acqua ad elevata concentrazione salina, separazione dell'acqua fino ad ottenere un'umidità max del 2%.
Il sale prodotto nelle saline è un sale grezzo di fine qualità. Le sue proprietà rimangono intatte non ricevendo nè aggiunte nè correttivi.
La composizione media del prodotto, riportata nella confezione da 1 Kg. è la seguente:
clorudio di sodio g. 97,5 - umidità g. 2,0 - solfati mg. 250,0 - calcio mg. 60,0 - magnesio mg. 60,0 - potassio mg. 40,0 - stronzio mg. 3,0 - manganese mg. 0,2 - zinco mg. 0,15 - floruri mg. 0,15 - litio mg. 0,03 - rame mg. 0,03
Il tipo di lavorazione a cui è sottoposto mantiene integre le caratteristiche naturali dell'origine marina.
Sulla base di un test, in cui sono state prese in considerazione le analisi merceologiche, chimiche ed organolettiche, il sale prodotto a Cervia è risultato il migliore su un campione di sali commercializzati a livello nazionale.(informazioni prese dal sito Wikipedia e dal internet).
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La base di questi dolcetti è il delizioso Fior di neve con cuore di panna dell'azienda Melegatti.
Passiamo agli ingredienti?




  • una specialità Fior di neve di Melegatti
  • 300 gr di cioccolato fondente
  • 50 gr di noccioline in granella
  • 5 gr di cardamomo 
  • 5 gr di sale "dolce" di Cervia
  • cacao amaro



-In un robot di cucina mettete il dolce sminuzzato e macinatelo.
-Mettetelo in un casseruola e aggiungete il cardamomo e  il sale di Cervia.
-Fate sciogliere a bagno maria il cioccolato fondente e tuffate dentro la granella di nocciole.--Amalgamate bene.
-Con le mani leggermente inumidite formate con il composto tante palline e passateli nel cioccolato.
-Lasciate indurire e passateli nel cacao amaro.





lunedì 18 novembre 2013

Torta con crema nua al cioccolato

nella foto piatto e brocca GreenGate


Ciao a tutti e buon lunedi..Questo fine settimana avevo voglia di coccolarmi con un dolce cioccolatoso.Cosa c'è di meglio di questa torta che non è solo velocissima da fare ma anche da pappare :D
Morbidissimo e cremoso questo dolce è stato amore a prima vista.Sono sicura che avrà un posto importante nel mio quaderno di ricette.
L'ho scoperta grazie ad una mia cara amica che per il mio compleanno mi ha regalato questa torta,ma fatta con la crema pasticcera.Siccome io sono una ciocco-dipendente ho deciso di fare una piccola variazione sul tema.
Ho trovato la ricetta qui,il procedimento è con il bimby ma vi lascerò il modo di prepararla anche per chi non ha il bimby.


Per la crema:
  • 1 uovo
  • mezzo litro di latte intero
  • 100 g di zucchero Eridania
  • 30 g di cacao amaro
  • 60 g di farina
Per la base:
  • 200 g di zucchero Eridania
  • la scorza di un limone
  • 100 g di latte
  • 4 uova
  • 150 g di olio  Cuore
  • 300 g di farina oo
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • zucchero a velo Eridania


-Prepariamo la crema al cioccolato nel modo di aver tempo di raffreddarsi:mettete tutti gli ingredienti nel boccale a 90° vel 4 per 8 minuti.
-Versate in una ciotola e lasciate raffreddare.
-Mentre la crema raffredda prepariamo la base:nel boccale pulito e asciutto polverizzate la scorza del limone e lo zucchero per 30 sec velocità 9.
-Aggiungete le uova,il latte e l'olio 20 secondo vel 4.
-Unite la farina 40 sec vel 4 ed infine il lievito 10 secondi vel 4.
-Versate la base in una tortiera apribile del diametro di 26 cm,imburrata ed infarinata in precedenza.




-Aggiungete a cucchiaiate al impasto la crema al cioccolato,raffreddata.
-Cuocete nel forno caldo a 160° per 40 minuti.Fatte raffreddare e spolverizzate con zucchero a velo.
Procedimento senza il bimby:
In un pentolino fatte sciogliere la farina con il latte e il cacao,aggiungete l'uovo lavorato con lo zucchero e fate addensare la crema sul fuoco,mescolando spesso.Lasciate raffreddare.
-Lavorate le uova con lo zucchero con il mixer per 5 minuti,a velocità alta.Aggiungete il latte,l'olio e la scorza di limone grattugiata finemente.Versate la farina a pioggia e mixate per 3 minuti.alla fine unite anche il lievito e lavorate ancora.
-Versate l'impasto nella tortiera imburrata ed infarinata e aggiungete a cucchiaiate anche la crema.
-Infornate a 160° per 40 minuti.

nella foto presina AmoLaCasa



mercoledì 13 novembre 2013

Involtini primavera all'italiana con sbrinz e salsa agrodolce


Bentrovati amici,scusate la prolungata assenza dal mio e dai vostri blog ma come ben sapete il tempo è tirano.Vi seguo sempre e prendo spunto dai vostri meravigliosi piatti e dalle vostre creazioni,perché come ben sapete non seguo solo blog di cucina.
Oggi scade il contest di Terry in collaborazione con i Formaggi swizzeri che ha come protagonista il cibo di strada.


Volevo partecipare con una seconda ricetta che è una rivisitazione dei amatissimi involtini primavera.
Un cibo di strada asiatico,un piatto semplicissimo ma molto gustoso.
Se avete ospiti oppure vi manca il tempo potete preparali in anticipo e tirarli fuori dal frigo un minutino prima.


  • 10 sfoglie di carta da riso rotonde
  • 100 g di Sbrinz 
  • 100 g di noodle di riso
  • una lattina di germogli di soia
  • una carota gratttugiata
  • un cespo di lattuga
  • 2 scalogni piccoli
  • 2 cucchiai di coriandolo,anche secco
  • 2 cucchiai di basilico thailandese
  • il succo di un limone
Per la salsa:

  • 2cucchiai di zucchero
  • 2 cucchiai di salsa di soia
  • 2 cucchiai di aceto di riso
  • sale e pepe qb


-In una pentola mettete a bollire acqua,salate e spegnete il fuoco.Tuffate i noodle e lasciateli ammorbidire per 5 minuti.Scolateli,passateli sotto l'acqua fredda e lasciateli perdere tutta l'acqua in eccesso.
-Tritatela on una ciotola con l'aiuto di una forbice di cucina e aggiungete la carota,pelata e grattugiata,il formaggio,anch'esso grattugiato,i scalogni,mondati e affettati,il cespo di lattuga,affettato,il coriandolo,il basilico tritati finemente e io germogli di soia scolati,sciaquati.Versate anche il succo del limone e aggiungete 2 cucchiai di salsa di soia.
-Preparate la salsa mescolando tutti gli ingredienti e aggiungete un po' nel composto,per insaporire.
-Fate ammorbidire le sfoglie di riso,a una a una in acqua bollente salata.
-Non li fate tutte assieme,lavorate a una a una.
-Prendete la carta da riso,immergetela in acqua bollente e appoggiatela sul piano di lavoro bagnato,cosi evitiamo che si appiccichi.


-Mettete al centro della sfoglia di riso un cucchiaio di ripieno,ripiegate sopra i lati e arrotolate formando un involtino.
-Ripetete il tutto con tutte le sfoglie e servite con la salsa a parte.




domenica 3 novembre 2013

Spaghetti con salsiccia di cinghiale e crema tartufata-Anch'io ci sono nella community Lovetaly

Ma mi perdonate per la mia assenza prolungata?Sono ritornata con tante novità,in primis voglio ringraziare tutti voi per gli auguri di compleanno,che è stato il 27 di ottobre,quanto affetto,sono proprio felice per tutti gli messaggi e gli auguri ricevuti,secondo sto iniziando un nuovo lavoro,speriamo bene,più avanti vi racconterò,poi sono un nuovo membro della community Lovetaly,che non è altro che un mondo meraviglioso,dedicato a tutti gli amanti della buona cucina e degli ingredienti genuini e particolari che portiamo ogni giorno sulle nostre tavole.
Chef, food blogger e ristoratori sono il target ideale per costituire la Lovetaly Community. 

Sono sempre  alla ricerca di appassionati ed esperti del settore che possano degustare, 

selezionare e recensire i loro KIT-prodotto.

Il mio kit conteneva tanti prodotti deliziosi,tra di loro una deliziosa crema tartufata di Cose sfiziose.


Questa deliziosa cremina ha un impiego vastissimo nella cucina,perfetta da gustare al natur,con crostini integrali.
Io l'ho impiegata in un primo delizioso,complice anche un ingrediente scoperto da poco:la salsiccia di cinghiale,che abbinata al profumo dell tartufo ci sta d'incanto:



  • 300 g di salsiccia di cinghiale
  • 30 g di olio evo
  • 180 g di crema tartufata Cose sfiziose
  • 50 g di vino bianco
  • 240 g di spaghetti
  • sale grosso




  1. In un tegame versate l'olio evo e la salsiccia sminuzzata e rosolate per 3 minuti,girando spesso.sfumate con il vino bianco e fate evaporare.Se risulta asciutto aggiungete un po' di acqua calda.Cucinate per 10 minuti e aggiungete per l'ultimo la crema tartufata.Amalgamate sul fuoco per 2-3 minuti e spegnete il fuoco.
  2. Cucinate la pasta in abbondante acqua salata,scolate e versatela nel tegame  con il sughetto.Fate saltare sul fuoco per 3-4 minuti e servite calda.



Nella foto:-tessuto GreenGate
                 -piatto in porcellana Saturnia
Sul sito Lovetaly,potrete acquistare i vari prodotti che il portale vi offre,basterà iscriversi ed 

entrerete direttamente nello shop on-line ;)
Per rimanere sempre aggiornati sulle novità vi invito a diventare fan dell'azienda su facebook

 https://www.facebook.com/lovetaly.it?ref=ts&fref=ts


giovedì 17 ottobre 2013

Bombette pugliesi


La pizza,la focaccia ligure,lo sfincione palermitano,la piadina,le panelle con la farina di ceci sono la dimostrazione di come,con poco si possano realizzare dei ottimi piatti da mangiare mentre si passeggia,chiacchierando,seduti su una panchina nel parco o sulle scale nel centro storico.
Il street food racconta l'Italia antica,popolare.i migliori posti per trovare tutte queste prelibatezze?baracchini,apecar,camioncini,chioschi.....
Preparare in casa uno street food può sembrare strano ma non lo è.....questi piatti e cibi propongono sapori facili,ingredienti economici....la traduzione dello street food è proprio questa:gustosa,allegra e sopratutto socievole,perché niente lega di più le persone che il cibo.
Perché questa introduzione sullo street food?Proprio perché il nuovo contest di Teresa in collaborazione con Formaggi swizzeri -Swiss cheese parade,che ha come protagonista il cibo di strada.

In Puglia, con la parola bombetta, si intende unicamente una gustosa specialità gastronomica, a base di carne, tipica di alcuni comuni della Valle d’Itria e della Murgia.
Come e dove cuocere la bombetta non è un dettaglio. Infatti, voler svelare tutti i segreti della bombetta senza parlare di fornelli, di tradizioni, di territorio significherebbe togliere sapore a questo prodotto unico. Diffusa soprattutto nelle province di Bari, Brindisi e Taranto, la carne al fornello ha come fulcro la Murgia dei trulli, delle grotte e delle gravine, con i suoi paesi suggestivi, dai centri storici tutti stradine bianche e piazzette. E’ proprio nelle vie del cuore antico delle città, che si mantiene viva l’usanza del fornello: macelleria con un forno interno dove arrostire la carne appena scelta al banco. Se oggi è una consuetudine che attira molti turisti, in origine il fornello era strettamente legato al mondo contadino povero, quello dei latifondi, dove i braccianti vivevano umilmente, costretti a regimi alimentari frugali. A quel tempo la carne era considerata un lusso da concedersi solo in occasioni di particolari ricorrenze, specie di carattere religioso. Le ristrettezze economiche obbligavano i ceti meno abbienti a scegliere carni di minor pregio o quelle parti anatomiche che i benestanti scartavano, come le frattaglie, ingegnandosi tuttavia per renderle gradite al palato. Erano preferite parti grasse, che potessero non solo essere saporite, ma anche di sostegno al faticoso lavoro contadino. E se per cuocere le carni il proprietario del latifondo poteva permettersi di accendere il forno di casa, il contadino era costretto a risparmiare su legna e carbone, preferendo così il fornello pubblico, quello messo a disposizione dal macellaio del paese, per far arrostire carne che, divisa in piccole porzioni, aveva il pregio di cuocersi velocemente. Questa consuetudine non si è mai persa del tutto, ma dopo il boom economico degli anni ’60, è rimasta confinata ai periodi delle feste. E’ a partire dalla metà degli anni ’90 che - con la crescita del turismo in Puglia e, in particolare, con il fermento culturale sviluppatosi in alcuni paesi dell’entroterra – si è aperta una nuova stagione del fornello, che ha perso il suo stretto legame con le solennità religiose per diventare momento conviviale informale. E se tradizionalmente la carne arrostita veniva messa in un cartoccio per esser poi consumata ancora fumante a casa o per strada, magari dentro ad un panino, ora quasi tutte le macellerie dotate di forno hanno destinato piccoli spazi della bottega a tavoli e panche, per consentire agli avventori di apprezzare le specialità appena cotte, comodamente seduti in un ambiente famigliare. Così, che ci si trovi a Cisternino, piccolo centro che per la sua qualità della vita è entrato a far parte a buon diritto della rete internazionale Cittàslow, o tra i trulli di Alberobello o in una piazza di Noci, gustando una bombetta appena uscita da un fornello si avrà la possibilità di ripetere un rituale antico, tramandato di generazione in generazione.(articolo presso dal web )



  • 12 fettine di capocollo tagliate sottili
  • 12 fette di pancetta
  • 100 g di Gruyére a fettine sottili
  • prezzemolo tritato
  • sale e pepe nero




 -Tagliate a pezzettini il formaggio.Stendete le fette di carne,appoggiate una fetta di pancetta,un po' di formaggio,prezzemolo tritato .Aggiustate di sale e pepe  e chiudete a fagottino fissandolo con l'aiuto di uno stecchino.
-Procedete cosi fino all'esaurimento della carne e cuocete le bombette sopra una griglia per 10-12 minuti.
-Servitele calde.




lunedì 14 ottobre 2013

Scassati senza uovo con culatello e pesto di pistacchi


La pasta ha una storia molto antica e ricca di aneddoti che ha inizio 7000 anni fa, quando l'uomo, abbandonata la vita nomade, inizia a coltivare la terra, scopre il grano, impara a lavorarlo sempre meglio, raffina la macinatura, lo impasta con l'acqua, spiana l'impasto e lo cuoce sulla pietra rovente.Già Cicerone e Orazio, 100 anni prima di Cristo era ghiotti di làgana ( dal greco laganoz da cui il latino làganum che designava una schiacciata di farina, senza lievito, cotta in acqua, la forma plurale làgana indica strisce di pasta sottile fatte in farina e acqua, da cui derivano le nostre lasagne). 

Per molto tempo la tradizione ha attribuito a Marco Polo l'introduzione della pasta in Italia di ritorno da un viaggio in Cina. Questa convinzione è stata però sfatata da molti documenti scritti che rivelano l'esistenza della pasta in Italia prima che il veneziano esplorasse il "celeste impero". Tra questi uno risale al 1154, una sorta di guida turistica dove il geografo arabo Al-Idrin menziona un "cibo di farina in forma di fili" chiamato triyah che si confezionava a Palermo.

Si pensa dunque che la Pasta, intesa proprio come maccheroni, sia originaria della Sicilia nella località di Trabìa, presso Palermo, si fabbricava un particolare cibo di farina in forma di fili, chiamato con il vocabolo arabo "itriyah".

Fino al Settecento esiste una gran confusione; i tipi diversi di pasta vengono etichettati normalmente come maccheroni finché, i napoletani, divenuti i più famosi mangia maccheroni, si appropriarono del termine e lo usarono quasi esclusivamente per identificare paste lunghe trafilate.(informazioni prese dal sito Pianeta Donna )


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E per celebrare come si deve questa bella invenzione oggi un primo dai sapori decisi,complice anche la scoperta di un nuovo marchio di pasta che nasce nella bellissima terra che è la Umbria.
Sto parlando della PASTAMORE,un'azienda di produzione di pasta secca artigianale.




Pastamore è il nuovo brand legato al negozio "non solo pasta fresca di Giada Venturini", sito a Trevi lungo la flaminia, nato cinque anni fa'.
Con l'esperienza acquisita negli anni  è nata la nuova linea di pasta secca "PASTAMORE" che prevede dieci tipi di pasta corta di partenza i quali sono:

-I GIGLI INTEGRALI
-GLI STROZZAPRETI AL FARRO
-FUSILLI AL SEDANO
-MACCHERONI ALL'UOVO E SENZA
-GLI SCASSATI ALL'UOVO
-GLI SCASSATI AL PEPERONCINO
-GLI SCASSATI AL SEDANO
-GLI SCASSATI AL CACAO AMARO
-GLI SCASSATI AL TARTUFO
-GLI SCASSATI AL SAGRANTINO


L'azienda commercializza i suoi  prodotti in Italia attraverso ristoranti, negozi di prodotti tipici, etc..e comunque tra i suoi obiettivi è quello di portare all'estero la loro pasta artigianale per far degustare il vero "made in Italy" ovvero per essere più precisi "made in Umbria".
In Umbria e in Toscana, per ora, vengono organizzate serate e tema in vari ristoranti e non solo, dove si potranno degustare la loro pasta in abbinamento con vari tipi di vino.
Per restare in contatto e per seguire le varie attività e novità vi  invito a seguire l'azienda sulla loro pagina facebookhttps://www.facebook.com/pages/Pastamore/432485936834611

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  • 200 g di scassati senza uovo Pastamore
  • 150 g di culatello di Zibello
  • 200 g di pistacchi sgusciati
  • 1 spicchio di aglio
  • 50 g di asiago dop Asiago
  • 50 g di olio extravergine di oliva Dante
  • sale e pepe qb



-Sminuzzate il culatello.Togliete l'anima all'aglio,mettete il tutto nel mixer,aggiungete i pistacchi e il parmigiano e frullate bene.
-Aggiungete l'olio di oliva.Se risulta troppo asciutto completate ancora con olio.Deve venire fuori una cremina tipo spalmabile.
-Aggiustate di sale e pepe.
-Cucinate la pasta in abbondante acqua salata,scolate e condite con il pesto.
-Servite con abbondante asiago grattugiato.




martedì 8 ottobre 2013

Soda bread


Per questo pane di origini irlandese va usato come agente lievitante il bicarbonato di sodio,a posto del lievito,cosi risulta un pane perfetto per chi soffre di intolleranze al lievito.
Il vantaggio è che non dovete aspettare la lievitazione del impasto,in tutto,tra impasto e cottura ci vogliono 40 minuti,mica male,vero?
La particolarità di questo pane sta nel'aggiunta del latticello.(Ricetta pressa dal libro di Gordon Ramsay)
Il latticello, buttermilk o buttermilch i nomi con cui è chiamato all'estero, è un prodotto della trasformazione della panna in burro ed è molto utilizzato nella cucina angloamericana. La caratteristica del latticello è il suo sapore acidulo, che dona a dolci e lievitati una leggerissima ma piacevole nota aspra, e la sua capacità di rendere le preparazioni morbide e soffici. Oltre che per le preparazioni dolci, il latticello è utilizzato anche per marinare carne e selvaggina in modo da ammorbidirla (ad esempio il pollo fritto americano è marinato nel latticello). Nonostante venga eliminata la parte grassa, il latticello contiene comunque lattosio quindi NON è indicato per gli intolleranti. Tra le sue proprietà sicuramente c'è il suo scarso apporto calorico, dal momento che per ottenerlo viene appunto eliminata tutta la parte grassa. In commercio il latticello non sempre si trova facilmente, a venderlo oltre ai supermercati ben forniti, sono i negozi etnici dal momento che è molto utilizzato nella cucina anglosassone e statunitense. (informazioni prese dal sito Giallo Zafferano).



Per il latticello:


  • 225 g di yogurt intero
  • 225 ml di latte intero
Per la pagnotta:

  • 350 g di farina 00
  • 150 g di farina integrale
  • 5 g di bicarbonato di sodio
  • 2 cucchiaini di sale
  • 1 cucchiaino di zucchero semolato
  • 450 ml di latticello



-Prepariamo il latticello:mescolate il latte con lo yogurt e lasciatelo da parte per 10 minuti.
-Scaldate il forno a 200°.
-Setacciate le farine,il bicarbonato,lo zucchero e il sale in una ciotolina e formate una fontana al centro.
-Mettete da parte 2 cucchiai di latticello e unite il resto alle farine nella ciotola,mescolando con una forchetta leggermente.
Non lavorate troppo l'impasto,basta assicurarsi che gli ingredienti siano ben amalgamati.
-trasferite l'impasto su una superficie infarinata e impastare delicatamente per 30 secondi circa.
-Foderate una teglia con un foglio di carta da forno.
-Formate una palla con l'impasto,mettetela nella teglia e appiattitela leggermente.
-Praticate un taglio a croce nella superficie e infornate per 30 minuti.
Un buon sistema per controllare la cottura è dare dei colpetti sulla base:se è ben cotto dovrebbe suonare cavo.
-Se non riuscite a trovare il latticello potete usare il latte normale,ma aggiungete un cucchiaino di cremor tartaro.
Questa ricetta partecipa,con tanto piacere,alla raccolta della mia amica Sandra:Panissimo



mercoledì 2 ottobre 2013

Vasetti di "terra"

Questi dolcetti li  ho visti ed assaggiati ad una festa di compleanno di una mia amica poi li ho visti anche nel numero di settembre di Sale&Pepe Kids.
Dessert cosi veloci da preparare che potete farli realizzare anche ai piccoli.
Scegliete 4 bicchieri o vasetti di vetro,io ho utilizzato quelli dello yogurt.
Inserite al interno di ogni vasetto un budino pronto al cioccolato fondente S.Martino.
Chiudete in un sacchetto di plastica per alimenti 200 gr di biscotti Oreo,senza la crema al centro.


Sbriciolateli con le mani per ottenere briciole fini e più grosse,che imitino la consistenza del terriccio.
Dividete le briciole nei bicchieri,sopra ai budini,formando uno strato spesso.
Piantate nella "terra" di ciascun vasetto un rametto di menta fresca.
Decorate con sigari di cioccolato e serviteli in tavola.

Questa ricetta partecipa al contest della amica Simo Dolci al cucchiaio






lunedì 30 settembre 2013

Ghiaccioli alla sangria

vassoio di plastica Poloplast

Un modo carinissimo e di sicuro goloso per gustare l'amatissima bevanda spagnola.
La sangria è una tradizionale bevanda,dolce e alcoolica che viene solitamente servita fresca ed è tipicamente consumata fuori dai pasti.
diciamolo che le temperatura ci aiutano molto:oggi 30°,per la gioia degli ultimi turisti che hanno deciso di visitare il mio amatissimo paese.
La golosità di questi ghiaccioli sta nei pezzetti di frutta di varie forme tagliate con l'apposito stampino Zoku,in vendita sul sito Cookingshop.







  • 150 g di zucchero a velo
  • 3 arance,pelate a vivo,tagliate a metà
  • 1 l di vino rosso,leggero
  • 100 g di brandy
  • 1 arancia a fettine
  • 2 pesche a fette
  • 1 limone a fettine
  • 2 mele a fettine
  • 1 gambo di sedano a pezzetti
  • 1 pezzetto di cannella
  • cubetti di ghiaccio(ricetta bimby)



  1. Tritate le 3 arance con lo zucchero a velo nel mixer.Versate il vino e il brandy e amalgamate.
  2. In una caraffa di vetro mettete la frutta  sbucciata e tagliata a pezzi,il sedano ben lavato e tagliato e pezzetti e la cannella.
  3. Filtrando con un collino versate la sangria sulla frutta.
  4. Lasciate in infusione per circa 2 ore nel frigo.
  5. Dopo aver lasciato il Zoku pop maker per 24 ore mel freezer,riprendetelo per la preparazione dei ghiaccioli.
  6. Con l'apposito stampino tagliate,nella forma che desiderate,pezzetti di mele e pesche.
  7. Inseriteli sulle pareti del zoku pop maker versate la sangria

  8. Si possono preparare fino a 3 ghiaccioli di sangria,senza dover congelare ogni volta il zoku pop maker.

venerdì 20 settembre 2013

Idee per brunch

Buongiorno amici.
Oggi parliamo del brunch
Il termine nasce dall'unione delle parole breakfast (colazione) e lunch (pranzo) e la tradizione nasce negli Stati Uniti e si estende poi anche alla Gran Bretagna fino ad arrivare anche nel resto d´Europa, Italia compresa.

È un pasto ideale per quelli che voglio dormire fino a tardi, ma non vogliono però rinunciare alla colazione o al pranzo. Il giorno ideale per il brunch è naturalmente la domenica, il giorno della settimana consacrato al riposo in cui si è di solito liberi e non si deve puntare la sveglia.
Secondo la tradizione, il brunch andrebbe consumato tra le 10.30 e 12.30... ma si può sforare fino alle 16.00.
Una tipologia di pasto “a buffet” è da preferire al tradizionale susseguirsi delle pietanze, e di questo buffet fanno normalmente parte: arrostiti, uova strapazzate e bacon, cereali, succhi di frutta, dolcetti vari e anche torte. Il tutto ha un carattere molto informale: i vari piatti posti su una bella tavola, magari rivestita da una tovaglia colorata (io mi immagino una fantasia floreale), insieme a un vaso con fiori di campo, piatti e bicchieri di plastica per le bibite e. importantissimo, tazze da caffè. Perché il caffè non deve mai mancare durante il brunch.

Tra le idee per il brunch su Zalando casa ho trovato questi simpatici mug con le lettere dell´alfabeto, perfetti per assegnare ad esempio ad ogni partecipante una lettera diversa per il suo caffè all'americana:




Il brunch all'italiana è costituito –per quanto riguarda il cibo – da: dolci, torte salate, biscotti, cornetti di pasta sfoglia dolci e salati, cheesecake, muffin sia dolci che salati, insalate di pasta e riso, salumi, formaggi, olive ripiene e non, ciambelle, focacce, crostate di frutta, frittate tagliate poi in piccole porzioni, macedonia di frutta, confetture, marmellate, muesli, miele, wurstel, toast, salse varie (tipo salsa verde, senape) e così via… naturalmente non tutto insieme!
Come bibite invece da preferire: il tè (caldo o freddo in base alla stagione), il Nescafè (ovvero il caffè in polvere solubile), oppure il caffè all'americana, succo di frutta fresco, spremute etc.
È consigliabile avere a disposizione un bollitore con acqua sempre calda: gli invitati possono poi scegliere se usarla per fare del caffè americano o del tè Il mio consiglio è di lasciare la polvere solubile per il caffè americano nella sua confezione, mettete le bustine di tè in una scatola - dove siano ben visibili - in modo che ciascuno possa scegliere l'aroma che preferisce. Nell'eventualità che il caffè americano non sia gradito, preparate una bella moka di caffè. 

Un´alternativa chic al bollitore è un termos che potrete riempire semplicemente con l´acqua calda o direttamente con tè o caffè, come questi coloratissimi ma dalle linee essenziali.



I tempi di preparazione diminuiscono se si hanno a disposizione due o tre strumenti da cucina giusti: se per esempio vi piace svegliarvi già con il profumo del buon caffè – e non c´è nessuno che si alzi prima di voi a prepararvelo,una caffettiera elettrica è quello che ci vuole;nella nostra famiglia ad esempio sono molto amati i toast, anch'essi possono essere preparati in un attimo, Invece per preparare il tè è perfetta questa teiera  che ho trovato sempre online.




Il brunch è un’ottima “scusa” per assaporare le delizie del resto del mondo: proprio la sua grande versatilità lo rende uno dei momenti migliori per accostare ricette della nostra tradizione con quelle proveniente da altri paesi:
-          dallo stile metropolitano, l’American Brunch, è il più indicato per chi ha bisogno di tanto nutrimento e di gusti decisi: muffins, hamburger, cheesecake, apple pie e croccanti patatine, saranno protagonisti, accostati a tovagliolini a stelle e strisce e ambientazione lounge;
-          per i più raffinati invece, via libera allo stile francese, paté, crepes, ostriche, quiches, carpaccio, tarte tatin e morbide bavaresi per concludere con un tocco di dolcezza che non guasta. Naturalmente per l’apparecchiatura è d’obbligo uno stile provenzale: tonalità lavanda e tovagliolini dai delicati colori pastello faranno da degna cornice ai piatti più chic.
-          per chi poi ha una vera ossessione per le note piccanti della cucina messicana, il brunch è tutto rosso fuoco: tovaglia in forti colori accesi, piatti e tovaglioli a tema e tantissimo peperoncino sparso per la tavola e naturalmente nei piatti! Tortillas, nachos con formaggio filante, uova rancheros, pollo fritto e tacos ripieni saranno un sostanziosissimo brunch tutto sudamericano.
-          e non dimenticate l’oriente, favoloso con le sue pietanze minimali ma nutrienti, perfette dal punto di vista della presentazione e del gusto: sushi, sashimi, tempura, tonno marinato potranno arricchire un brunch tutto “japan style”, presentato con stoviglie quadrate e le immancabili bacchette.