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venerdì 23 novembre 2012

Sombreros con sorpresa e salsa al gran Kinara e semi di papavero

Avevo visto questo bellissimo formato di pasta su un sito internet poi l'avevo persa di vista.Finché la mia amica mi ha regalato per il mio compleanno vari formati di pasta e tra questi c'erano anche questi simpaticissimi sombreros.
bicchiere POLOPLAST

Oggi li ho preparati con un ripieno goloso e una salsa al formaggio con semi di papavero.Il bello di questa pasta e che si può mangiare tranquillamente anche fredda,come finger food.E vi fa fare,se avete una cena con  amici,bella  figura.
piatto ovale in porcellana SATURNIA
Prima di passare alla ricetta vi presento il nuovo arrivato nella famiglia ,Buddy,da oggi in cucina mi darà una mano anche lui...a mangiare,ovviamente :D
Buddy



  • 10 sombreros 
  • 200 g di ceci da agricoltura biodinamica Ecor
  • mezzo peperone rosso
  • una carota
  • uno scalogno
  • dado vegetale
  • 50 g di olio extra vergine di oliva Dante
  • 100 g di Gran Kinara
  • 50 g di panna da cucina
  • 1 cucchiaino di semi di papavero Melandri Gaudenzio
  • sale e pepe q.b.



-Sciacquate i ceci,dopo averli lasciati in ammollo per una notte,e metteteli a cuocere in acqua bollente con le verdure per 90 minuti.5 minuti prima aggiungete un cucchiaio di brodo vegetale.
-Scolate i ceci,tenendo da parte l'acqua di cottura.Frullateli nel mixer con l'olio di oliva e aggiustate il composto di sale e pepe.
-Nel acqua di cottura dei ceci cucinate la pasta per 5 minuti,scolatela e riempite i sombreros con la crema di ceci.
-In un pentolino sciogliete il gran Kinara,che nel frattempo avete gratuggiato,con la panna e i semi di papavero.
-Versate la salsa di formaggio di sopra e servite ben calda.

ciottolina e forchettina  POLOPLAST

Questa ricetta partecipa al contest di Fattorie Fiandino

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La Saturnia, industria di porcellane italiana, specializzata nella fabbricazione di prodotti per la ristorazione e per uso domestico, rappresenta una delle principali realtà europee del settore; dispone di un mosaico industriale perfetto, in grado di diversificare la produzione adeguandola alle esigenze del mercato e occupando spazi importanti nei circuiti di target a cui si rivolge.

Il successo è cresciuto negli anni grazie all'entusiasmo ed allo spirito di gruppo del management, alle continue innovazioni tecnologiche ed alla costante attenzione dedicata agli aspetti tecnici ed estetici di prodotti.

Anni di stretta e proficua collaborazione, gamma più che completa, servizio puntuale, programmazione accurata, continuo rinnovamento di forme e decori unitamente a tempi di reazione minimi, sono solo alcuni degli ingredienti della ricetta che rinnova nel tempo lo splendido rapporto tra la Saturnia ed i maggiori gruppi commerciali italiani ed internazionali.

Il loro web-site che vi appresterete a consultare, supportato dal catalogo, vi fornirà l'offerta globale che concretamente saranno in grado di offrirvi la quale potrà essere approfondita con la visita di un loro funzionario oppure contattando direttamente il loro ufficio commerciale.
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Presente da quasi un ventennio nel settore dei contenitori in plastica per alimenti, Poloplast offre oggi una gamma completa di articoli per la Gelateria, la Pasticceria e il Catering
Prodotti sicuri, che desiderano distinguersi per il loro design ricercato, capace di esaltare la bellezza delle realizzazioni poste al loro interno.
Tre valori: qualità, innovazione, efficienza
Attraverso la selezione scrupolosa delle materie prime utilizzate e il controllo dell'intero processo produttivo, Poloplast offre al mercato prodotti monouso e riutilizzabili, resistenti e facili da utilizzare. L'impiego di tecnologie all'avanguardia garantisce inoltre l'ottenimento degli articoli da parte di clienti e partner commerciali con rapidità, economicità e flessibilità.

Un vero Made in Italy
L'intera struttura produttiva dell'Azienda è collocata in Italia, nella provincia di Treviso. Grazie all'esperienza, la professionalità e la competenza dei suoi collaboratori, Poloplast opera oggi nei cinque continenti senza limiti geografici, facendosi promotrice del nostro Made in Italy in tutto il mondo.

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Ecor è l’azienda leader in Italia nella distribuzione di prodotti biologici e biodinamici. 
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La ricerca della qualità, il controllo della filiera dal campo allo scaffale e la costante attenzione ai risvolti etici caratterizzano il loro impegno a favore di una distribuzione di prodotti biologici sempre più garantita e sicura.
http://www.ecor.it/homepage.asp

mercoledì 21 novembre 2012

50 sfumature di....Sformatini di Gran Kinara con mostarda di fragoline e salsa al balsamico




50 sbavature di Gigio
Bello, affascinante, ricco, intelligente, sempre perfetto, misterioso. E' Mr Grey, il protagonista della trilogia di E. L. James che sta facendo impazzire le donne di tutto il mondo. Ma, come sempre, la fiction è ben lontana dalla realtà. A casa ci aspetta Gigio. "Se Mr Grey ha gli occhi grigi come il cielo prima di una tempesta ormonale, le mani grandi come l'amico single che sta sotto la cintura e i capelli da farci un nido, Gigio ha due occhi, due mani e capelli eroici, che si possono ammirare presso il monumento dei Caduti eletto in loro onore". A scriverlo è Rossella Calabrò, autrice, copywriter e blogger, autrice di "Cinquanta sbavature di Gigio". "Il lato B della trilogia più hot dell'anno" ha già scalato le classifiche: uscito in libreria il 28 agosto, è al secondo posto nella sezione 'Varia'. L’ebook, disponibile il 3 agosto, è stato tra i bestseller digitali dell’estate, nella top 5 di iTunes accanto alla trilogia della James.
Come e quando le è venuta l'idea di questo libro?
"Prima dell'estate ho letto la trilogia della James per lavoro (dovevo recensirla) e appena ho chiuso l'ultimo volume sono saltata dal divano al mio Mac. Scrivere qualcosa che la sdrammatizzasse, che facesse un po' di contro-informazione ironica è stato irresistibile. Non per i contenuti erotici, che non trovo poi così trasgressivi, quanto per quelli affettivi: la trilogia sembra un libro di educazione sentimentale per signorine degli anni Cinquanta.
Perché "50 sfumature di Grigio" ha avuto tutto questo successo secondo lei?
"Cinquanta sfumature di Grigio è un capolavoro di sottigliezza psicologica e un'operazione commerciale impeccabile. Il successo, a parte quel pizzico di fortuna che l'ha baciato, è dovuto, secondo me, oltre alla genialità del marketing, al fatto che il romanzo va a pescare nei sogni sentimentali più politicamente scorretti delle donne e li mette nero su bianco.
Gigio che tipo di uomo è?
"Gigio è l'uomo che ci dorme accanto. Quello che magari, durante i primi mesi del rapporto, è dolce e protettivo e romantico come Mr Grey, ma che poi, per fortuna, si rivela per quello che è veramente. I rapporti non stanno in piedi sui sogni, ma sulla realtà. Basta saperla guardare con un po' di ironia.

Lei elenca 50 motivi per preferire l'uomo comune a Mr Grey? Ma quali sono i più importanti?
"Uno solo: Mr Grey non esiste. Oltre a essere un personaggio letterario, è stato creato dalla penna (be', dalla tastiera) di una donna. Un uomo credo non sarebbe mai arrivato a descriverlo con così tanti dettagli irresistibili per il sesso femminile".
Alla fine però Gigio viene "assolto": l'ironia come arma vincente dell'uomo comune e delle coppie reali?
"Se l'ironia c'è, sicuramente rende meno difficile la vita di coppia. Se non c'è, perché non tutti ne sono dotati, occorre almeno ricordarsi che le persone non si possono cambiare. Se si tenta di trasformare il Gigio nostrano in un Mr Grey, ci si fa solo male tutti, Gine e Gigi".(testo presso dal web)
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Ora io dico,ma che fine hanno fatto i sogni delle donne che preferivano in assoluto gli uomini romantici....no,no..è tutto capovolto...oggi le donne vogliono un impeccabile uomo Grey.
Anche se io preferisco,dopo aver leto tutti i 3 libri della famosa trilogia,l'uomo Gigio,quello con i boxer, la canottiera (magari un po’ macchiata), quello stempiato, che a letto più che gemere emette fisiologici rumori tanto divertenti quanto orribili.
Al contrario dell’irreale Grey (misterioso, ricco, bellissimo, sensibile, sensuale, insomma il principe azzurro), il Gigio esiste per davvero ed è descritto in questo libro con un’ironia da lasciare il sorriso stampato dalla prima all’ultima pagina.
Insomma preferisco di gran lunga durata la parodia della bravissima Calabrò,cosi almeno hai la certezza che il personaggio del suo romanzo esiste al 100%.
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Chiusa parentesi passiamo alla ricetta.Mancano 4 giorni alla chiusura del contest delle Fattorie Fiandino e ci tengo tanto ad esserci con un altra ricetta preparata per una cena con  gli amici.



  • 100 g di Gran Kinara
  • 3 uova
  • 150 g di panna
  • 100 g di miele di castagno
  • 250 g di aceto balsamico Guerzoni
  • mostarda di fragoline Lazaris
  • sale e pepe q.b.


-Grattugiate il formaggio finemente,unire le uova,la panna il sale e il pepe.
-Imburrate e infarinate stampini mono porzione e riempiteli con il composto.
-Cuocere al vapore per 40 minuti.
-In una casseruola riscaldate il miele di castagno,aggiungete il balsamico e lasciar ridurre fino a diventare sciroppo.
-Servite i sformatini con la mostarda e la salsa al balsamico.


Questa ricetta partecipa al contest delle Fattorie fiandino



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L'acetaia  Guerzoni nasce con nonno Arduino e nonna Zina che riescono,con i risparmi di una vita,ad acquistare un vecchio casolare circondato da vigna.
Il figlio Felice, con la moglie Iride, ha dato inizio alla progressiva conversione delle vigne verso il Biologico e il Biodinamico. Negli anni '70, era considerata una pazzia. Il profondo rispetto per la natura ha permesso di superare tutte le difficoltà. Nei primi anni '80, la nostra azienda agricola, quando ancora in Italia la certificazione biologica non esisteva, rispettava i disciplinari biodinamici tedeschi. La certificazione, in quei tempi, era quindi rilasciata da un ente di controllo tedesco (Demeter). Negli stessi anni è cominciata la produzione dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. Tutt'oggi la nostra acetaia è l'unica al mondo ad essere certificata Biologica e Biodinamica. Questo è forse uno dei nostri più grandi vanti. 



lunedì 19 novembre 2012

Spezie che guariscono:Mugnaia con sugo speziato alle olive


L'altro giorno l'amica Tania aveva condiviso su facebook una foto dove venivano elencate le proprietà miracolose di alcune spezie e cosi mi sono decisa nella ricetta di oggi di fare una prefazione sulle spezie e sulle loro proprietà miracolose.

Le spezie nel Medioevo, tra realtà e immaginario

Poche cose, nel Medioevo, hanno riscosso tanta fortuna come le spezie. I loro colori, i loro profumi e i loro intensi sapori, hanno stimolato nell’immaginario medievale immagini di sacro e di profano, di terre lontane e di misteri, immagini capaci di far compiere all’uomo una delle più grandiose spedizioni della storia, quella della ricerca della “Via per le Indie”.
Il concetto di spezie nel Medioevo è assolutamente lontano da quello che abbiamo oggi; queste non erano solo un aroma utilizzato strettamente nell’alimentazione ma molto di più. L’uso delle spezie aveva una vastissima applicazione che andava dal campo farmaceutico a quello alimentare passando da quello sacro-rituale e simbolico, non tralasciando quello sociale. Inoltre, non erano compresi in questa definizione solo sostanze vegetali quali semi, bacche, foglie e cortecce, come accade oggi, ma anche animali e minerali.
Queste erano le spezie nel Medioevo: qualcosa di profumato, raro e costoso, terapeutico e miracoloso, sacro e immorale, proveniente da terre avvolte nella leggenda conosciute con il generico nome di Indie. Ma perché le spezie erano così preziose per l’uomo medievale?

I lunghi viaggi dei mercanti di spezie

Innanzitutto per una questione di costi: il commercio delle spezie avveniva in modo indiretto. Gli occidentali non raggiungevano i luoghi di produzione delle spezie per acquistarle, ma si recavano ai grandi mercati del Medio Oriente, i cui mercanti facevano da mediatori tra produttori e consumatori.
Questo ovviamente portava ad un aumento dei costi di vendita, esaltato, inoltre, dai lunghi viaggi affrontati da entrambe le parti, viaggi spesso conditi da fantastiche leggende legate ai luoghi di crescita e ai metodi di raccolta delle diverse spezie, pericolosi per la stessa vita dei mercanti e popolati di animali e personaggi fantastici. Una curiosa leggenda riguarda ad esempio la raccolta del pepe, una delle spezie più apprezzate.
Secondo i racconti dei mercanti medio orientali, esisteva un’isola nelle Indie, completamente ricoperta da foreste di pepe e popolata da mostruosi serpenti, che avevano il potere di tramutare in pietra gli esseri umani solo con il loro sguardo. Al mercante restava, quindi, di incendiare completamente le foreste per mettere in fuga questi strani e pericolosi esseri, ma facendo ciò, si sarebbero distrutti ettari ed ettari di foresta, rendendo difficile l’approvvigionamento di pepe nel futuro. Prova di questa impresa, era lo stesso aspetto del pepe: nero e rugoso per via del fuoco. Ed è così che, condizioni ardue, difficoltà di approvvigionamento e mistero, rendevano questo prodotto così prezioso e desiderato.

Spezie, simbolo di nobiltà

Proprio per gli alti costi, le spezie ben presto divennero un simbolo di status nella società medievale e coloro che potevano permettersi di acquistarle non rinunciavano ad ostentare in modo smisurato le loro capacità economiche, soprattutto durante i banchetti.
Si poteva assistere, così, a portate coloratissime e profumatissime, dove le spezie, in abbondanza, quasi del tutto coprivano l’aspetto e il sapore originario dei cibi. Si diffuse una moda che prevedeva di servire piatti caratterizzati di colori caldi nelle stagioni invernali, con colori freddi nei mesi estivi. Principe dell’inverno, per cui, era lo zafferano, che, con il suo colore dorato, conferiva un sapore di regalità ai piatti dei nobili, a differenza del coriandolo, con il suo colore e sapore fresco, che caratterizzava le fantasiose ricette estive.
Il concetto dello stupore e dell’importanza estetica delle portate a scapito del gusto, scomparirà completamente nel Rinascimento , fino ad oggi in cui del tutto estraneo, diventando l’uomo così attento ad esaltare, con erbe e spezie,il sapore naturale dei cibi nella cucina.

Spezie e medicina medievale: la teoria dell’equilibrio di Galeno

Ma la cucina e le sue ricette non mescolavano casualmente gli alimenti. Con una precisione farmaceutica, vi era l’attenzione ad accostare tra loro le sostanze che rispondevano a determinate proprietà, seguendo fedelmente la teoria degli umori di Galeno. Secondo questa teoria, l’uomo era costituito da quattro umori fondamentali, che rispondevano esattamente all’ordine dei quattro elementi dell’universo.
Questi umori erano: il sangue, corrispondente all’aria, che aveva le caratteristiche del caldo e umido; la bile gialla, corrispondente al fuoco, con le caratteristiche del caldo e secco; la bile nera, corrispondente alla terra, con le caratteristiche del freddo e secco; la flemma, corrispondente all’acqua, con le caratteristiche del freddo e umido. Ogni individuo aveva un personale equilibrio di umori che ne determinava la personalità, il “temperamento”.
L’equilibrio di questi umori determinava la buona salute della persona, ed è qui che entrano in gioco le spezie. Queste, avendo la caratteristica del caldo e secco, tendevano a “neutralizzare” cibi troppo freddi, o troppo umidi, che avrebbero “ristagnato” e “putrefatto” all’interno del corpo, diventando causa di malesseri e avvelenamenti. Nel medioevo, infatti, l’ igiene “interna” al corpo era fondamentale nell’ educazione alimentale. A questo scopo, le spezie venivano servite nelle diverse portate, da sole a fine pasto, caramellate, sotto forma di confetti, nelle bevande. Famosissimo, a questo punto il cosiddetto Vino di Ippocrasso o Vin concio: vino rosso o bianco, aromatizzato con miele e spezie.

Spezie e senso del sacro

La capacità terapeutica delle spezie era dovuta però, non solo a questioni farmaceutiche, ma aveva in sé anche qualcosa di miracoloso. Questo qualcosa era legato principalmente all’idea di India che era radicata nell’immaginario medievale, una India indefinita geograficamente, sconosciuta, popolata di esseri mostruosi e meravigliosi e soprattutto terra in cui sorgeva (o si identificava) il Paradiso Terrestre. Un’antica descrizione dell’Oceano Indiano, ce lo presenta così:
“mare delle isole indiane dove si trovano le spezie. In questo mare navigano navi di molte nazioni. Qui si trovano anche tre tipi di pesce chiamati Sarenas, dei quali uno è metà donna metà esce e l’altro è metà donna e metà uccello.”(1)
Lo stesso profumo che emanavano le spezie richiamava alla mente il senso del sacro: profumata era l’aria che si respirava nel paradiso secondo alcune fonti, profumate erano le reliquie dei santi, spezie ed erbe profumate venivano bruciate o offerte alle divinità come omaggio, profumi intensi si avvertivano quando il sacro si manifestava all’uomo, immagini, queste, che sono continuate nei secoli, fino ad arrivare a noi.

I monaci: spezie e immoralità

Contrapposto al senso del sacro e del miracoloso, però, vi era il lato oscuro delle spezie, simbolo del piacere dell’effimero, dell’ingordigia, dell’ostentazione. Severamente vietato era il consumo delle spezie agli uomini di Dio, soprattutto ai monaci, che, però, come ci raccontano le fonti, non di rado si concedevano a vini speziati e banchetti opulenti.
Nel monastero di Cluny, come ci racconta San Bernardo nella sua “Apologia” l’appetito veniva stimolato dalle ricche e variegate portate e dalle sostanze piccanti, che accendevano la voracità e non solo:
“Veniva servita una portata dopo l’altra e, in luogo di un unico, grande piatto di carne, dalla quale ci si astiene, ci sono due grandi portate di pesce. E quando tu sei sazio della prima, se tocchi la seconda, ti parrà di non aver ancora assaggiato pesce. La ragione è che sono preparate con tale cura e maestria da cuochi che, divorate quattro o cinque portate, la prima non chiude l’accesso all’ultima e la sazietà non lo chiude all’appetito. Perché il palato,sin tanto che venga stimolato da nuovi condimenti, gradualmente perde attrazione per ciò che è familiare e viene ricondotto pieno di brama nel suo desiderio delle spezie straniere.”(2)
San Bernardo denuncia non solo, dunque, le proprietà stimolanti di alcune spezie, che permettevano di mangiare a dismisura anche al di fuori della capacità del proprio stomaco, ma anche le proprietà afrodisiache di certe spezie come lo zenzero e il pepe, certamente non consone a uomini che avrebbero dovuto dedicare la loro vita all’astinenza e alla povertà.(testo preso dal web).
Ecco alcune proprietà miracolose di alcune delle spezie piu' usate nelle nostre cucine:


La ricetta di oggi contiene una spezia molto presente nella mia cucina:il cumino,che  ha proprietà carminative e digestive ed è un buon rimedio naturale contro gonfiori e coliche addominali.
Si tratta di un sugo di olive verdi schiacciate alla siciliana con cumino.Ecco la ricetta per chi vuole provare:



  • 200 g di pasta fresca Mugnaia di Elice
  • 10 olive verdi schiacciate
  • un scalogno piccolo
  • 50 g di olio extra vergine di oliva Dante 
  • 1/2 cucchiaino di cumino in polvere
  • 200 g di passata di pomodoro Cirio
  • sale e pepe q.b.


-Tritate la cipolla e mettetela a soffriggere con l'olio di oliva in una casseruola anti aderente .Aggiungete le olive denocciolate a pezzettini,il cumino e fate insaporire per una decina di minuti.Aggiungete la passata di pomodoro,aggiustate di sale e pepe e lasciate cuocere a fuoco basso per 25 minuti.
-Cuocete la pasta in abbondante acqua salata,scolate e condite con il sugo di olive e cumino.Servite calda.


giovedì 15 novembre 2012

Le polpettine dal cuore filante

Ma buongiorno cari amici.Prima della ricetta di oggi permettetemi di segnalarvi questo simpaticissimo concorso dove i bambini si sono divertiti a cucinare insieme ai loro genitori.
Sono stati i bambini i veri protagonisti della quinta edizione del concorso “Peopoll in cucina” Amadori: sei “piccoli chef”, figli e nipoti di dipendenti Amadori, hanno cucinato insieme ai loro genitori o zii presso la prestigiosa Scuola di cucina di Casa Artusi a Forlimpopoli lo scorso 6 novembre, e sono stati giudicati da una giuria composta anche da “piccoli critici gastronomici”, figli di giornalisti presenti all’evento.
Simone Zucchetti, Responsabile Ricerca e Sviluppo Amadori, e sua figlia Giorgia Zoe di 10 anni, con il piatto “Nord e Sud”, sono i vincitori di questa edizione del concorso, 
aperto agli oltre 7.000 lavoratori di tutta Italia. Il tema proposto quest’anno era: “Mamma, oggi cucino io! Il mio piatto preferito a base di un prodotto Amadori”. E la grande novità era l’obbligo di partecipare in coppia con un bambino di età compresa tra i 6 e i 14 anni, figlio o nipote del dipendente. 


A sfidarsi ai fornelli 6 lavoratori provenienti da tutta Italia: 3 dalle sedi romagnole di Cesena e Santa Sofia (Simone Zucchetti, Ricerca e Sviluppo, con sua figlia Giorgia Zoe di 10 anni; Rosita Lorenzoni, Ufficio Estero, con suo figlio Mattia di 9 anni, e Marco Berti, Ufficio Qualità, con suo figlio Lorenzo di 12 anni); 1 dall’Abruzzo (Maria Marmo, operaia presso lo stabilimento di Controguerra -TE, con sua figlia Rossella di 11 anni), 1 dalla Toscana (Viorica Grigorescu, rumena, operaia presso lo stabilimento di Siena, con suo nipote Davide) e 1 da Brescia(Mara Palazzi, Ufficio Amministrativo, con suo figlio Francesco di 6 anni).
La giuria, composta da dirigenti Amadori, un rappresentante di Casa Artusi e alcuni giornalisti accompagnati dai figli (tra cui la food-blogger Alessandra Scollo, curatrice del blog mammapapera.it) hanno decretato la vittoria della ricetta “Nord e Sud” - composta da risotto allo zafferano, tipico della tradizione milanese, e da braciolette alla messinese, a base di fesa di tacchino - apprezzandone l’originalità nell’abbinamento e il gusto complessivo del piatto, delicato ed equilibrato.

“Amadori è un’azienda innovativa, anche nel proporre iniziative originali come questa – ha commentato Francesca Amadori, Responsabile Corporate Communication. 
– Con il concorso  “Peopoll in cucina” abbiamo voluto raccontare e valorizzare i nostri prodotti attraverso la creatività e l’ingegno dei nostri dipendenti. Quest’anno, coinvolgendo anche i bambini, abbiamo pensato di proporre un’esperienza di condivisione, di divertimento, di socializzazione e anche di educazione alimentare, stimolando la passione per la cucina sia nei “piccoli chef” che nei “piccoli critici gastronomici”.
I partecipanti a questa edizione, insieme ai piatti presentati per l’occasione, saranno i protagonisti di un ricettario cartaceo che sarà realizzato nei prossimi mesi, dal titolo “Peopoll in cucina… e figli!”, a ricordo di questa iniziativa.

vincitori AL LAVORO

PIATTO VINCITORE

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Qui da noi oggi fa freddino,ha piovuto quasi tutto il giorno.Per riscaldarmi un po' vi propongo le tanto amatissime polpettine ma con una sorpresa filante:la mozzarella di bufala.
Da quando a casa mia è arrivato il bimby le polpette li preparo al vapore,nel varoma.Risultato:sono morbidissime,si sciolgono in bocca.Li ho accompagnate con un sugo di pomodoro semplice ma molto aromatizzato.Andiamo alla ricetta?

Per le polpettine:
  • 50 g di formaggio gratuggiato
  • 20 g di prezzemolo pulito
  • 1 spicchio di aglio
  • 400 g di carne di tacchino macinata(fesa)
  • 2 uova
  • 40 g di pane raffermo,bagnato in 40 g di latte
  • mozzarella di bufala La Tramontina
  • sale e pepe q.b.
Per il sugo:
  • 1/2 cipolla tritata
  • 1 spicchio di aglio tritato
  • 50 g di olio extra vergine di oliva Dante
  • 400 g di passata di pomodoro 
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • 1 cucchiaino di origano
  • sale e pepe q.b.





-Tritate nel bocale l'aglio e il prezzemolo,aggiungete il formaggio gratuggiato,la carne,le uova,il pane strizzato,sale e pepe e amalgamate il tutto.
-Formate delle polpettine aggiungendo nel mezzo di ognuna di loro un pezzettino di mozzarella di bufala e chiudeteli bene.
-Sistemate le polpette nel recipiente e nel vasoio del varoma ben oliati.
-Nel bocale pulito tritate l'aglio e la cipolla.Insaporite con l'olio,versate la passata di pomodoro,l'origano,lo zucchero,aggiustate di sale e pepe,chiudete con il coperchio e posizionare il varoma completo.
-Cucinate per 20 minuti.
-Servite le polpettine con il sugo.



Con me in cucina la mozzarella di bufala campana dop La Tramontina
Colgo l'ocasione per mandare un  salutino siculo   alla gentilissima e dolcissima Evelina .E' arrivato Eve?Serena giornata e un bacio anche al piccolino ^_^
E a voi cari amici un abbraccione forte e buonissimissima giornata a tutti ^_^

martedì 13 novembre 2012

Pasta e fagioli di casa mia

piatto ovale di porcellana   Saturnia

Questa sera non riesco a prendere sonno.E' stata una giornata molto intensa,con due belle notizie,sono due progetti che sto portando avanti,più  in la ve ne parlerò.
Prima di tutto,ho un debito con voi che mi leggete ogni giorno,ho ricevuto dei premi e sono felicissima perché so che dall'altra parte del pc ci sono persone con i miei stessi sogni,con vite bellissime che mi pensano e mi vogliono bene.Non mi stanco mai di ripetere che questa è la vera vita,fatta di amici,anche se qualcuno(a) virtuale,spero non per molto tempo ancora,che mi dedicano ogni giorno parte del loro prezioso tempo nel venire e lasciare un pensierino,un commento.Grazie di cuore a tutti,siete tutti speciali e questi bei premi che ho ricevuto li dedico a tutti voi che mi sopportate ogni giorno.
La simpaticissima Dana del blog I cuochi di Lucullo e la mia amica Tania del blog Cucina che ti passa mi hanno donato questo bellissimo premio:
Grazie di cuore Dana ^_^

La bravissima Paola del blog Radici di zenzero ,la meravigliosa Ketty del blog Zagara e cedro ,la dolcissima Rosalba del blog Miele e vaniglia e la nuova amica Manu del blog Il diario di Mamy mi hanno  nominata per il premio molto bello:




che dire,siete dei preziosi  tesori :)

Ho ricevuto anche questo premio ma non trovo più il commento di chi me la donato,ragazze lasciate un commento sotto e provvedo subito ad aggiornare il post:(la "vecchiaia " si fa sentire :D)


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Della pasta con i fagioli non esiste una vera e propria ricetta ma una ricetta per ogni famiglia.Tutte le regioni hanno una variante come piatto tradizionale.
Cambiando ingredienti di conseguenza cambia anche il risultato finale,il gusto,i sapori e cosi via.
La mia variante è quella più comune,dove metà dei fagioli va frullata per un gusto più cremoso.
La ricetta prevede anche l'aggiunta della pancetta ma questa volta io ho optato per la mortadella e devo dire che il risultato finale era la fine del mondo:)



  • 200 g di pasta tipo ditali(io ho usato i cornetti no.28)
  • 1 piccola cipolla
  • 30 g di mortadella La blu di Felsineo
  • 40 g di olio extra vergine di oliva Dante
  • 450 g di fagioli borlotti lessati Melandri Gaudenzio
  • 100 g di passata di pomodoro Cirio
  • 1000 g di acqua
  • 1 cucchiaio di dado vegetale
  • aghi di rosmarino
  • sale e pepe q.b. Tec-al



-Nel mixer tritate la cipolla,la mortadella e il rosmarino.
-In una casseruola in ceramica versate l'olio,aggiungete il trito e soffriggete per 4 minuti.
-Nel mixer frullate metà dei fagioli con la passata e aggiungeteli nel soffritto.
-Versate l'acqua e il dado e fate bollire.
-Aggiungete la pasta,aggiustate di sale e pepe e cuocete per il tempo scritto sulla confezione.
-5 minuti prima del termine della cottura aggiungete i fagioli rimasti.
-Spegnete e servite con un filo di olio extra vergine di oliva.


tessuto di stoffa  Green Gate

p.s.Avete notato il mio contenitore di latta??Regalinoooo...l'altro giorno mentre mia suocera puliva la credenza il mio sguardo è caduto su di lui,solo,soletto in un angolino ed è stato amore a prima vista.Grazie mamma per questo bel regalo ^_^
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La particolarità di questo piatto è l'aggiunta della mortadella Felsineo.L'azienda è leader europeo nella produzione e vendita di mortadella.

La mortadella Felsineo è preparata solo con matterie prime di qualità sicure e controllate.
L'azienda nasce nel 1947 ed oggi produce oltre 500 referenze per il banco taglio e il libero servizio.
La blu di Felsineo è capostipite delle mortadelle,gustosa,profumata e appetitosa.
E' prodotta secondo l'antica ricetta bolognese con carne di suino,tripino suino,sale,pepe e aromi naturali.
Non contiene ne polifosfati,caseinati,glutammati,latte in polvere,ne OGM e nemmeno zucchero.
E' cosa molto importante è senza glutine.
Trovate tutte le informazioni sull'azienda e i prodotti qui:http://www.felsineo.com/it/282-home.htm.